Sebastiao aveva studiato per diventare un economista, uno statistico. Brasiliano del 1944 di Aimores, comune di poco più di ventimila abitanti non lontano dal mare, dopo una missione in Africa ha una visione: diventare fotografo. Del 1973 il suo primo reportages sulla siccità nel Sahel. Da allora una serie di racconti del mondo realizzati spendendoci tempo e vita. Un impegno vero, quello di Salgado, presente nelle sue immagini che ritraggono, nel tam tam che si rimandano, il filo conduttore degli effetti distruttivi dell’economia di mercato nel mondo. Immagini dove l’umano, l’empatico, esplode sottolineando di cosa e come si nutrono oggi le relazioni sociali e le relazioni con la Terra.
La Terra. E’ alla Terra che Salgado dedica l’ultimo reportage Genesi in mostra a Napoli, al Pan fino al 28 gennaio 2018. Sempre fino a questa data a Milano allo Spazio Forma Meravigli, un’altra esposizione a firma Salgado, Kuwait. Un deserto in fiamme. Era il 1991, tempo della Guerra del Golfo. In Kuwait i soldati iracheni incendiarono oltre 600 pozzi di petrolio per ostacolare l’avanzata della coalizione. Era in corso un disastro ambientale e Salgado decise di documentarlo seguendo l’operato dei vigili del fuoco e dei tecnici specializzati chiamati da tutto il mondo per limitare i danni e arginare le perdite. Trentaquattro le immagini di grande formato esposte.
Le 245 fotografie ospitate al Pan, Palazzo delle Arti di Napoli, mostrano, invece, la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso di cui disponiamo: il nostro pianeta Terra. Genesi è suddivisa in cinque sezioni: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. Il progetto fotografico mira ad essere un atlante antropologico ma diventa, grazie alle immagini, un atto di amore verso la Terra ed un’esortazione affinché ognuno agisca per evitare che sviluppo diventi sinonimo di distruzione.
Due mostre, un unico fine: sottolineare che la Terra, è la ricchezza, la nostra ricchezza e contiene in sé gli strumenti minuscoli e perfetti di un’ecosistema che preserva la vita stessa di noi esseri umani. Allestimenti a cura di Lélia Wanick Salgado, moglie di Sebastiao con cui ha creato l’agenzia Amazonas Images.
di Patrizia Varone