Di redazione wj
La celebre fotografia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, scattata da Tony Gentile nel 1992, è senza dubbio tra le più iconiche dell’ultimo scorcio del ‘900 in Italia. Senza voler svolgere qui un elenco, ricercando altre foto che abbiano avuto un simile impatto sull’immaginario e sulla coscienza collettiva, penso alla foto del cadavere di Aldo Moro nel baule dell’auto in via Caetani o a quella del giovane autonomo che spara impugnando la P38 in una strada di Milano, durante gli anni di piombo.
Di certo, tuttavia, la foto di Tony Gentile stacca tutte le altre per quanto riguarda gli utilizzi che ne sono stati fatti: dai murales, ai dipinti, dalla stampa su piatti, tazze e bicchieri fino ai tatuaggi sul corpo, per non dire delle innumerevoli riproduzioni che si trovano affisse in ogni dove (vedasi Smargiassi, in Fotocrazia, 6 dicembre 2019).
Proprio a cagione di uno di tali utilizzi, la fotografia è stata oggetto di una recente sentenza del Tribunale di Roma (n. 14758 del 2019), che nella disputa che vedeva contrapposto il suo autore contro la RAI – che l’aveva mandata in onda più volte e pubblicata sul proprio sito web, a corredo di una campagna di sensibilizzazione in tema di legalità, senza alcuna autorizzazione e senza la corresponsione di alcun compenso – ha ritenuto di ascrivere detta immagine alla categoria “fotografia semplice”, rigettando così la richiesta di corresponsione dei relativi diritti d’autore.