Fotografia semplice e creativa: il caso “Falcone e Borsellino”

La celebre fotografia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è stata recentemente oggetto di una sentenza. Federico Montaldo la commenta su NOC SENSEI

Falcone e Borsellino © Tony Gentil
© Tony Gentile

Di redazione wj

La celebre fotografia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, scattata da Tony Gentile nel 1992, è senza dubbio tra le più iconiche dell’ultimo scorcio del ‘900 in Italia. Senza voler svolgere qui un elenco, ricercando altre foto che abbiano avuto un simile impatto sull’immaginario e sulla coscienza collettiva, penso alla foto del cadavere di Aldo Moro nel baule dell’auto in via Caetani o a quella del giovane autonomo che spara impugnando la P38 in una strada di Milano, durante gli anni di piombo.

© Paolo Pedrizzetti
© Paolo Pedrizzetti

Di certo, tuttavia, la foto di Tony Gentile stacca tutte le altre per quanto riguarda gli utilizzi che ne sono stati fatti: dai murales, ai dipinti, dalla stampa su piatti, tazze e bicchieri fino ai tatuaggi sul corpo, per non dire delle innumerevoli riproduzioni che si trovano affisse in ogni dove (vedasi Smargiassi, in Fotocrazia, 6 dicembre 2019).

Proprio a cagione di uno di tali utilizzi, la fotografia è stata oggetto di una recente sentenza del Tribunale di Roma (n. 14758 del 2019), che nella disputa che vedeva contrapposto il suo autore contro la RAI – che l’aveva mandata in onda più volte e pubblicata sul proprio sito web, a corredo di una campagna di sensibilizzazione in tema di legalità, senza alcuna autorizzazione e senza la corresponsione di alcun compenso – ha ritenuto di ascrivere detta immagine alla categoria “fotografia semplice”, rigettando così la richiesta di corresponsione dei relativi diritti d’autore.

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Federico Montaldo