Di redazione Wj / Foto di Massimo Podio
“Diversamente Disabile” è il progetto fotografico di Massimo Podio che sarà presentato il 20 dicembre, alle ore 20:00, presso l’Auditorium Santa Croce situato all’interno dello Spin Time Labs, via Santa Croce in Gerusalemme 55, Roma. Le fotografie saranno in mostra dal 20 dicembre al 5 gennaio 2020.
All’inaugurazione della mostra fotografica di venerdì 20, sarà presente Carla Marinelli, la protagonista di “Diversamente Disabile”, un lavoro durato tre anni con il quale Massimo Podio ha voluto raccontare la vita di straordinaria ordinarietà di una donna affetta da spina bifida. Oltre allo stesso autore e al curatore della mostra Mario Belfiore, interverranno Antonella Patete giornalista di Redattore Sociale e la psicoterapeuta Daniela Murolo. Precedentemente questo reportage era già comparso sulle pagine di Mind-Le Scienze, Superabile-Inail e sulle testate online: Witness Journal (che ha pubblicato il reportage sul numero 101 della rivista), Shoot4change e Fotografia Moderna.
Le fotografie di questo reportage sono state utilizzate da Ifsbh (International federation for Spina bifida and hydrocephalus) per la campagna mondiale del 2018 sulla spina bifida. Con questo lavoro Massimo Podio ha partecipato alla mostra collettiva dei fotografi finalisti al concorso Youmanity, esposta lo scorso anno alla City Hall di Londra..
Diversamente disabile: la storia di Carla
Ogni duemila bambini nati, almeno uno è affetto da spina bifida: una di loro è Carla, nata circa cinquant’anni fa a Roma. La spina bifida è una malformazione congenita che colpisce il feto nei primi mesi di gravidanza e rende il nascituro disabile per tutta la vita.
Siamo negli anni ‘70 e il concetto di inclusione è ancora agli albori: mentre Carla inizia a frequentare una scuola pubblica, i suoi genitori organizzano un viaggio a Stoccarda per cercare di darle la possibilità di assumere la posizione eretta mediante una difficile operazione e l’aiuto di pesanti e dolorosi tutori alle gambe. È ancora piccola quando per amore della mamma accetta di fare la Prima Comunione in piedi, ricordando di quel giorno sopratutto il dolore alle gambe e il terrore di cadere. Alla fine sceglie di continuare a vivere seduta ma libera, piuttosto che in piedi ma prigioniera.
Questo è stato il colpo d’ala che ha cambiato la sua vita e quella di altri nel difficile percorso che un disabile deve compiere per vivere normalmente. Passano gli anni e la bambina diventa una donna che cerca e trova una vita normale abbattendo giorno dopo giorno sfidando le barriere sociali e quelle barriere architettoniche.
La donna diventa infine madre di una ragazza normodotata che un giorno a scuola l’ha raffigurata in un disegno come una farfalla. Quella farfalla si è infine posata su un suo braccio: il suo primo e unico tatuaggio. Per non dimenticare e sentirsi sempre “Diversamente Disabile”.