Displaced: Richard Mosse in mostra al MAST di Bologna

Con 77 fotografie è la prima mostra antologica in Italia dedicata all’artista irlandese a cura di Urs Stahel

Displaced: Richard Mosse in mostra al MAST di Bologna

Di Luciana Travierso / foto di Richard Mosse

Displaced. Migrazioni Conflitti Cambiamenti climatici è la prima mostra antologica in Italia dedicata all’artista irlandese Richard Mosse a cura di Urs Stahel presso la Fondazione MAST di Bologna. L’esposizione è una panoramica sulla giovane carriera dell’autore dai primi lavori fino ai più recenti e comprende 77 fotografie di grande formato e 4 video installazioni.

I primi lavori di Mosse

I primi lavori di Richard Mosse, che risalgono agli inizi degli anni 2000, si caratterizzano per un forte legame con il reportage, precisamente con l’ aftermath photography perché documenta la guerra ma fotografando il dopo degli eventi bellici. Lo si vede in Kosovo (2004) e Nada que Declarar (2007) sulla migrazione illegale al confine tra Stati Uniti e Messico e in Breach (2009) sull’occupazione dei palazzi imperiali di Saddam Hussein.

Congo

Oltre il reportage

Successivamente Richard Mosse avverte la necessità di uscire dal confine del puro reportage per unire alla sua ricerca fotografica, l’uso di una sofisticata tecnologia militare con un effetto esteticamente molto impattante. L’interesse verso problematiche sociali, politiche ed economiche internazionali come la distruzione dell’ecosistema, le migrazioni di massa o la guerra si unisce così un approccio diverso, simil investigazione scientifica. Una scelta non fine a se stessa ma anzi che comunica la precisa volontà dell’autore di dare nuova linfa alla fotografia documentaristica.

Campo di Souda isola di Chios, Grecia

La tecnica

Ad esempio in “Infra” (2012) Richard Mosse documenta la violenza delle milizie ribelli nella Repubblica Democratica del Congo, dove viene estratto il coltan, minerale molto tossico utile a costruire le batterie dei nostri smartphone. Qui l’autore utilizza la pellicola Kodak Aerochrome a raggi infrarossi che registra la clorofilla presente nella vegetazione convertendo il verde in toni del rosa e del rosso. Oppure nella serie “Heat Maps” nei campi profughi al confine siriano o a Lesbo in “Grid (Moira)”, entrambe del 2017, viene utilizzata la termografia a infrarosso che registra le differenze di calore fino a 30 chilometri. 

Lost-Fun-Zone, Congo

Altre tecnologie militari utilizzate da Richard Mosse sono state la fluorescenza UV e la tecnologia satellitare utilizzate in opere più recenti, rispettivamente in “Ultra” (2018-2019) e “Tristes Tropiques” (2020). In “Ultra” Mosse indaga la biodiversità marina restituendoci dei macro ritratti dai colori accesi e splendenti; in “Tristes Tropiques”, la più recente delle serie esposte, ci mostra la distruzione dell’ecosistema da parte dell’uomo.
“Displaced. Migrazioni, conflitti, cambiamenti climatici” di Richard Mosse sarà aperta al pubblico presso il MAST di Bologna, fino al 19 settembre 2021 (salvo diverse disposizioni). Ingresso gratuito solo su prenotazione.