Di Gianmarco di Nunzio / foto di Markus Sotto Corona
L’ 8 maggio 2021 a Milano è stato un giorno di protesta, forse l’ennesima su un tema importante il quale va avanti da molto tempo e che ci riguarda da vicino. Forse un cambio generazionale, forse noi abbiamo bisogno di avere più libertà di espressione anche al di fuori delle regole e dei concetti che ci vengono imposti fin dalla nascita.
Si è manifestato a favore del Ddl Zan (che prende il nome dal suo primo firmatario, Alessandro Zan del Partito democratico), ossia il disegno di legge pensato per contrastare le discriminazioni e le violenze per l’orientamento sessuale, il genere, l’identità di genere e le disabilità. Sul tema si sono scatenate polemiche infinite dimostrando ancora una volta quanto questo sia ancora attaccato a un mondo arcaico e immobile.
Le manifestazioni
Sono scesi in piazza in ottomila all’Arco della Pace a Milano per gridare contro i paletti imposti da una parte della maggioranza dell’attuale governo che non vuole far passare il Ddl. Le destre si nascondono dietro a una foglia di fico, ma il cambiamento è nell’aria e una maggiore sensibilità sul tema sta lentamente prendendo il suo posto tra gli scranni parlamentari.
Per le strade, con l’organizzazione dell’associazione i Sentinelli, erano presenti in tanti affinché l’attenzione sul tema non cada nel dimenticatoio. Ha tenuto banco, inevitabilmente, la vicenda Fedez-Rai durante il Concertone del primo maggio che ha favorito un ritorno di fiamma dell’opinione pubblica sul tema.