di Giulio Di Meo
Ummannaq in lingua groenlandese significa “a forma di cuore”. Questo nome è legato all’aspetto della sua montagna. Attorno ad essa, aggrappati alla roccia, vivono 1.282 abitanti. Sono essenzialmente cacciatori e pescatori.
L’isola conserva diversi tesori: una cava di marmo, le mummie di un’antica civiltà ed anche una casa di Babbo Natale. I miti e le leggende sono numerosi. La vita è ancora tradizionale e vicina alla natura ma il cambiamento climatico e il mondo moderno si impone progressivamente.
In effetti lo scioglimento dei ghiacci sta sconvolgendo la vita degli abitanti. L’occidentalizzazione porta con sé l’inquinamento. Le infrastrutture moderne invadono ormai il paesaggio. Auto e scooter rimpiazzano progressivamente i cani da slitta. L’importazione di prodotti dalla Danimarca permette di rendere la vita migliore ma la mancanza di un sistema di smaltimento dei rifiuti è causa di un forte inquinamento da diossina. La salute degli abitanti e la sicurezza alimentare sono minacciati. Molti abitanti se ne vanno verso la capitale Nuuk alla ricerca di lavoro e di una vita più moderna. La cultura tradizionale groenlandese sparisce poco a poco…
Queste fotografie mostrano la vita quotidiana di una popolazione in piena metamorfosi. Una Groenlandia divisa tra tradizione e modernità, disastro ecologico e grandezza, abbandono e resistenza. Le immagini sono state scattate tra aprile 2014 e marzo 2015 con il sostegno della Fondazione di impresa Glénat.
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Fotografie di Camille Michel
Inaugurazione: 26 maggio ore 18:00
26 maggio – 26 giugno 2016 | ore 9:00 – 19:30
Ingresso libero