Di Alessio Chiodi / foto di Paolo Miranda
In queste settimane difficili girano per il web e la tv immagini di medici e infermieri sfiancati dal lavoro in corsia. Tanti, troppi i ricoverati per le complicazioni da Sars-Cov-2, il virus che causa la ormai conosciutissima Covid-19. Arrivano aiuti dalla Cina e da Cuba con task force di operatori sanitari per dare una mano, ma c’è carenza di dispositivi di protezione individuale e qualcuno ha proposto di “chiamare alle armi” anche i neolaureati per ampliare le truppe schierate contro il diffondersi della malattia. La vulgata di questi giorni, a tinte a volte retoriche, vuole gli operatori sanitari italiani convogliare al fronte per combattere un nemico letale e invisibile. Il tour de force a cui i tanti medici e infermieri sono costretti e il rischio di contaminazione hanno già fatto le prime vittime: 14 stando agli ultimi dati. Un numero esorbitante e i professionisti del settore chiedono maggiori tutele da parte delle istituzioni.
Ma un’ulteriore tutela può arrivare (anzi deve) dai cittadini. Eliminando il contatto umano si abbasserebbe la possibilità per il virus di diffondersi. Gli appelli sono arrivati anche dai medici e infermieri stessi che dalle corsie degli ospedali lanciano moniti e appelli. Loro fanno di tutto con le risorse che hanno a disposizione (considerando i 37 miliardi di tagli alla sanità pubblica in 10 anni secondo Fondazione Gimbe), ma serve l’empatia di tutti ed evitare di ammalarsi e intasare ulteriormente i reparti ospedalieri.
Immagini e parole
Ma alle parole si affiancano anche le immagini. Paolo Miranda è un infermiere da nove anni e lavora alla terapia intensiva dell’ospedale di Cremona, una delle zone più colpite dalla pandemia. Come anche riportato da Enrico Galletti su Il Corriere della Sera, Miranda è appassionato di fotografia e oltre al lavoro sfiancante in corsia ha pensato bene di documentare da dentro cosa avviene nei reparti del suo luogo di lavoro.
In corsia
Dagli scatti emergono almeno tre elementi. Stanchezza, speranza e professionalità. Lo scoramento per la morte di un paziente (3.405 in tutto il Paese al momento della redazione di questo articolo), speranza per i guariti (4.440 mentre si scrive), professionalità perché non si molla nulla e si dimostrano resilienza e ferrea volontà.
Ci sono i momenti di sospensione nell’attesa dei risultati di un esame o uno screening, ci sono i rituali quotidiani come la vestizione con le tute protettive, ci sono momenti di incoraggiamento. Ma c’è di più. Sul suo profilo Instagram Miranda riprende anche la città di Cremona. C’è l’edicolante con in primo piano il quotidiano “La Provincia” che apre proprio sull’emergenza Covid-19, la statua di Antonio Stradivari nell’omonima piazza munito di mascherina, una signora che fa la spesa anch’essa con naso e bocca coperti.
Samaritan Purse’s
Tocco di cronaca ulteriore è dovuto agli scatti del campo allestito dall’ organizzazione umanitaria cristiana evangelica Usa davanti all’ospedale di Cremona. Miranda documenta i tecnici al lavoro mentre studiano la pianta della struttura ospedaliera e del piazzale ad essa antistante e il montaggio delle tende dedicate al soccorso per gli infetti da Covid-19.