Per la terza edizione di CLOSER, WJ è lieta di presentare un workshop sul reportage con il grande fotogiornalista Francesco Cito.
“Le foto – scrive Francesco Cito – a differenza di quello che la maggior parte della gente crede, non nascono per casualità, né tanto meno grazie alla super fotocamera ultimo modello. Una buona foto nasce nella testa, anche quando è del tutto casuale e improvvisa, come durante un reportage, dove non sempre si è consapevoli di cosa può apparire svoltando l’angolo. Però è altresì vero che un reportage, una storia fotografica da raccontare, va preparata e quindi quasi mai una fotografia nasce per caso. La nostra preparazione mentale ci mette nella condizione di vedere ciò che ci appare davanti, ancor prima che gli occhi ne registrano la visione. Qualcuno potrebbe definirlo istinto, ma senza l’idea dietro il concetto non avrebbe sviluppo.”
Eureka aveva esclamato Archimede quando trovò risposta al suo quesito, alla domanda che si era sempre posto. Eureka, esclamiamo oggi, quando sul display della nostra macchina fotografica, compare una bella foto appena scattata. Ma è poi vero o è solo illusione?
L’artista Lucio Fontana cambiò il concetto dell’arte pittorica, eseguendo un taglio nella tela bianca posta sul cavalletto. Dietro quel gesto c’era un pensiero, un’idea. Oggi, purtroppo, la tecnologia digitale ci permette di realizzare foto perfette, la fotocamera non sbaglia quasi mai, ma quelle foto hanno purtroppo una peculiarità non indifferente. A loro manca l’anima. La foto non è più pensata, in essa non c’è l’idea che l’ha condotta a realizzarla.
Noi abbiamo smesso di pensare, di immaginare ciò che vorremmo raccontare, ma conosciamo a mena dito tutti i pulsanti delle nuove fotocamere. A volte è come intraprendere il viaggio con Al, il super computer dell’astronave di “Odissea nello Spazio” di Kubrick, in cui il computer geloso, diventa padrone della nostra vita. Questo è ciò che è accaduto e sta accadendo nella fotografia. Oggi deleghiamo al software della macchina fotografica, quello che invece dovremmo essere noi a concepire.
Quando si guarda alle foto dei grandi maestri della fotografia del passato, non ci si sofferma a capire cosa veramente c’è dietro quell’immagine, quale pensiero voleva trasmettere l’autore e perché l’ha realizzata come la vediamo. I bravi fotografi non si guardano attraverso la singola immagine ma attraverso i provini dei tanti scatti che essi hanno eseguito per giungere al risultato finale.
A volte un’immagine può anche essere frutto di un solo scatto ma anche quell’istantanea va immaginata prima. In tutto c’è preparazione, la foto per caso non è mai esistita, anche laddove alcune singole immagini hanno fatto la storia della fotografia.
Programma didattico
Sabato 09 marzo 2019 | Ore 10:00-18:00 (con pausa pranzo dalle 13:00 alle 14:00)
Incontro con i corsisti e raccolta delle esperienze
Approccio al reportage: come nasce una fotografia, costruzione di un reportage.
Domenica 10 marzo 2019 | Ore 10:00-18:00 (con pausa pranzo dalle 13:00 alle 14:00)
Il Reportage, “l’idea dietro la foto”. Analisi del percorso per la messa in opera di una storia. Il metodo del racconto, il significato della foto, il messaggio da trasmettere.
Visione e discussione sui portfoli dei partecipanti. Approfondimenti e conclusione del workshop.
Partecipanti: Il workshop è rivolto a chi possiede già le nozioni di base della fotografia. Il workshop si terrà raggiunto il numero minimo di 10 iscritti. Sarà ammesso alla frequenza un numero limitato di partecipanti, massimo 15 persone.
Prezzo del workshop: 160 + 10€ (tessera WJ)
Per iscriversi al workshop o avere informazioni: formazione@witnessjournal.com
Sede del workshop: QR Photogallery | via Sant’Isaia 90, Bologna
Docente: Francesco Cito
Secondo Ferdinando Scianna “Francesco è forse uno dei migliori fotogiornalisti italiani, ha l’istinto del fatto, la passione del racconto, la capacità di far passare attraverso le immagini con forza di sintesi e rigore visivo l’essenziale delle cose”.
Francesco Cito è nato a Napoli nel 1949. La sua carriera ha inizio nel 1972 a Londra, dove si dedica alla fotografia. Dal 1975 diventa fotogiornalista freelance, collabora per il Sunday Time Magazine, ottenendo la sua prima copertina col servizio “La mattanza, sull’antico modo di pescare i tonni in Sicilia”. Nel 1980, dopo l’invasione sovietica, è uno dei primi fotoreporter che raggiunge clandestinamente l’Afghanistan, viaggiando a piedi per 1200 chilometri con vari gruppi di guerriglieri. Da quel momento inizia la sua presenza nei “luoghi caldi” in tutto il mondo e le copertine dei servizi relaizzati su Il Venerdì di Repubblica, le sue immagini sono apparse in Sette, Corriere della Sera, Epoca, Specchio, Sunday Time Magazine, Observer Magazine, Stern, Bunte, Zeit Magazi- ne, Figarò Magazine, Paris Match, Life, etc. A Francesco Cito il World Press Photo Contest, il più grande riconoscimento internazionale per la fotografia, ha conferito due premi: nel 1995 e nel 1996 per i servizi Matrimoni napoletani (1995 terzo classificato) e Siena, il Palio (1996 primo classificato). Nel 1997 la Città di Atri gli conferisce il premio per l’impegno sulla Palestina.
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