Domenica scorsa si è conclusa a Bologna la seconda edizione di Closer, una tre giorni sulla fotografia, promossa dal nostro giornale e dall’Associazione Terzo Tropico in collaborazione con Arci Bologna.
Vogliamo darvi alcuni numeri perché per una piccola realtà come la nostra sono grandi risultati. Si può fare di meglio e di più, sempre, ma è importante iniziare con il piede giusto e con quello successivo imparare a restare in equilibrio.
Durante il fine settimana la QR Gallery di Bologna, location che ha ospitato l’evento, ha visto tre workshop, 6 mostre fotografiche tra cui quelle dei vincitori di Closer 2018, tre incontri, tra questi quello Fausto Podavini, fotoreporter attento e sensibile. Tutto questo nel solo fine settimana ha visto il passaggio di oltre 300 persone.
Il dato che più ci ha colpito è stata l’attenzione mostrata verso la fotografia e soprattutto verso il fotogiornalismo. Questo ci fa pensare positivamente sul fatto che intorno a questo tema, alle sue problematiche ma anche alle sue possibilità di crescita e trasformazione c’è attenzione, non solo da parte degli addetti ai lavori ma anche dai cittadini curiosi e stimolati a conoscere nuovi saperi e nuovi linguaggi narrativi.
Closer nei prossimi mesi farà tappa in altre città italiane e ve ne daremo conto, intanto ci prendiamo questi giorni appena successivi alla conclusione dell’edizione bolognese per ribadire un concetto che sta a cuore a tutta la redazione: si può fare informazione in tanti modi e soprattutto con la fotografia ormai è facile grazie alla tecnologia, ai social media e al web, alle piattaforme di narrazione sempre più integrate e crossmediali. Ma è facile anche perché spesso il lavoro dei fotogiornalisti è svenduto, deprezzato, umiliato.
Witness Journal crede che il fotogiornalismo sia una forma di racconto e interpretazione della realtà ancora attuale, necessario per certi aspetti, ma soprattutto un modo per restituire ai cittadini storie che appartengono al nostro mondo e che in un modo o nell’altro ci toccano, perché lo condizionano e lo trasformano.
Ma anche noi abbiamo nuove sfide da affrontare, una su tutte la sostenibilità economia del nostro giornale e la possibilità di ridefinire un percorso in grado di valorizzare maggiormente tutti quei colleghi che pubblicano su WJ. Il 2018 per noi avrà molte sfide, certi che il bel risultato di Closer ci permette di guardare avanti con maggiore ottimismo ma sempre a testa bassa, senza mai perdere di vista il senso di tutto il nostro lavoro.