Il progetto vuole dare un volto a chi è morto durante la traversata del mare Mediterraneo per raggiungere l’Italia per raccontare l’umanità di queste persone, vittime delle politiche sull’immigrazione dei Paesi europei, che l’assenza di canali d’ingresso regolari mette costantemente a rischio di morte e che le statistiche sul numero dei naufragi ci impediscono di conoscere da vicino.
La chiusura dei confini costringe le persone migranti a rivolgersi ai trafficanti. Troppo frequentemente, come riportano le cronache nazionali, i loro viaggi si concludono nel naufragio o nella scomparsa; di molti si sono perse le tracce. I “nuovi Desaparecidos” sono uomini e donne partiti con il sogno di un futuro migliore che non hanno potuto realizzare. La loro assenza si avverte innanzi tutto nei luoghi di origine e nelle famiglie che rivendicano il diritto a conoscere la sorte dei propri cari, ma anche nelle città che volevano raggiungere. Milano era una di queste destinazioni.
Il progetto fotografico muove proprio da quest’assenza: se queste persone fossero arrivate qui sarebbero sicuramente passate da Piazza del Duomo e frequentato una delle scuole di italiano per stranieri della città, come quella dell’associazione TodoCambia. Avrebbero potuto sedersi accanto a noi sulla metropolitana e probabilmente si sarebbero messi in fila all’Ufficio Immigrazione della Questura per richiedere qualche documento. I volti dispersi sono stati quindi portati e immortalati in alcuni dei luoghi che queste persone avrebbero abitato.
Laura Pezzenati, Stefano Pontiggia e Nicola Sacco, soci di WJ, hanno realizzato una serie di ritratti ambientati in vari punti del capoluogo milanese con il sostegno della rete di Milano senza Frontiere (MsF), offrendo per un istante una corporeità a chi non è mai arrivato e consentendo loro di essere presenti, almeno simbolicamente.
Le foto delle persone scomparse sono i ritratti forniti dalle famiglie algerine e tunisine che da qualche anno, organizzate in associazioni e con l’appoggio di avvocati, esigono di conoscere la sorte dei loro cari, di chi ha osato agire la propria libertà varcando i confini. “Dove sono i nostri figli?” è la domanda rivoluzionaria, nei contenuti, che per la prima volta i parenti pongono sia ai governi del proprio Paese d’origine sia alle autorità italiane ed europee, conferendo un carattere transnazionale alla loro richiesta di giustizia.
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MsF è una rete di persone e associazioni di Milano e Provincia nata nel 2014 per promuovere e sviluppare una cultura antirazzista, per affermare i diritti dei migranti e rivendicare il diritto alla libertà di circolazione delle persone. Dal 18 giugno 2015 MsF organizza in piazza della Scala una marcia per i nuovi Desaparecidos: migranti dispersi nel loro viaggio verso l’Europa. Tutti i giovedì, donne e uomini si ritrovano in questo luogo per mostrare le foto delle persone disperse, come continuano a fare in Argentina le Madres de Plaza de Mayo. MsF vuole dare visibilità alla loro lotta e al loro dolore e si impegna affinché la società italiana ed europea comprendano e reagiscano al genocidio che avviene alle frontiere, causato dalle politiche migratorie dei governi.