Un atlante dei Paesi che “non esistono”

Al via la campagna per supportare la produzione dell'Atlante che vuole mettere in discussione il significato di nazione e nazionalità. Lavinia Parlamenti e Manfredi Pantanella raccontano le modalità con cui questi popoli continuano a costituire le loro identità.

Un atlante dei Paesi che "non esistono" © Lavinia Parlamenti e Manfredi Pantanella

Ai margini della scena politica mondiale, esistono dei territori la cui indipendenza non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale. A volte hanno un inno, una moneta o una loro propria lingua, ma dal punto di vista istituzionale per motivi diversi non sono in grado di esistere come nazione.
La Convenzione di Montevideo sui diritti e doveri degli Stati, firmata nel 1933 da 19 Paesi appartenenti al continente americano, aveva lo scopo di regolare le tendenze imperialiste di Roosevelt. Ancora in vigore oggi, propone un modello convenzionale di quattro regole alla base della definizione di Stato, ovvero: 
• una popolazione permanente
• un territorio definito
• un potere governativo esclusivo
• la possibilità di mantenere relazioni con altri Stati

Però, poco più avanti, l’articolo 3 dichiara che “la condizione di uno Stato è indipendente dal riconoscimento degli altri Paesi”.

Un atlante dei Paesi che "non esistono"
© Lavinia Parlamenti e Manfredi Pantanella

Cosa determina se uno Stato esiste o no?
Osservando la paradossale situazione di cinque Paesi che pur avendo dichiarato la propria indipendenza, non sono state riconosciute dall’ONU, questo progetto fotografico va alla ricerca dei diversi elementi che compongono l’identità nazionale e personale di questi territori non riconosciuti e dei loro abitanti.
Mentre l’UNPO (Unrepresented Nations and Peoples Organisation), che ha base a Bruxelles, rappresenta circa 40 nazioni non riconosciute, nel nostro Atlante fotografico ci siamo concentrati su cinque di esse.
Partendo dall’omonimo lavoro redatto dal geografo inglese Nick Middleton, questo Atlante si concentra in particolare sulla realtà di cinque territori, che abbiamo selezionato scegliendo come criterio comune il fatto che, a differenza di altri stati autoproclamati, questi si sono dichiarati indipendenti a seguito di un Referendum popolare.

Per questo progetto abbiamo finora esplorato e fotografato la realtà di cinque territori: Transnistria, Catalogna, Repubblica dell’Artsakh,  Repubblica turca di cipro nord e Sahara Occidentale. Se ci sarà economicamente possibile in futuro ci piacerebbe realizzare una parte conclusiva del lavoro per renderlo più globale, raccontando le realtà di altri cinque paesi con le stesse caratteristiche: Taiwan, Somaliland, Groenlandia, Lakota e Kurdistan iracheno.

Un atlante dei Paesi che "non esistono" © Lavinia Parlamenti e Manfredi Pantanella
© Lavinia Parlamenti e Manfredi Pantanella

Identità e nazionalità
Un atlante dei Paesi che “non esistono” (An Atlas of countries that “don’t exist” è il titolo originale) concentra la sua ricerca sulle caratteristiche fisiche, storiche, culturali e politiche attraverso le quali questi territori e i loro abitanti compongono la propria identità nazionale e personale.
Da una parte va alla ricerca degli elementi che costituiscono l’identità di una persona: il luogo e il modo in cui si viene al mondo, quello in cui si viene conservati dopo la morte, la famiglia, il nome e il cognome che ci accompagnano nel corso di tutta la vita, la celebrazione dei riti di passaggio; dall’altra indaga gli aspetti alla base dell’identità nazionale di questi luoghi: il territorio locale, la flora, la fauna, I luoghi storici, quelli politico-amministrativi, quelli culturali, il folklore, le tradizioni, la lingua e i personaggi più celebri a livello locale.
In questo Atlante fotografico, i vari contesti geografici e le modalità di costruzione delle diverse identità vengono messe in conversazione tra loro. L’ambiguità trasmessa da un linguaggio documentario insolito vuole far risuonare la situazione di limbo che questi luoghi e queste persone attraversano.
Mettendo in luce questo paradosso, il progetto vuole incitare il pubblico a mettere in dubbio il significato di identità e di nazione (e nazionalità) oggi.

La campagna per sostenere questo progetto è attiva al link http://kck.st/3CCAJ7k fino al 30 novembre 2022.

© Lavinia Parlamenti e Manfredi Pantanella