Arma il prossimo tuo

Storie di uomini, conflitti, religioni

Arma il prossimo tuo
Baghdad, 1999. Manifestazione popolare davanti al palazzo delle Nazioni Unite contro le sanzioni imposte al regime di Saddam Hussein. Il blocco delle esportazioni in Iraq mise in ginocchio il Paese. (foto P. Siccardi)

Sarà inaugurata il primo marzo al Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, la mostra fotografica di Paolo Siccardi (che abbiamo intervistato questa settimana per la rubrica Gli invisibili) e Roberto Travan.

Una raccolta di immagini che i due fotoreporter hanno raccolto in molti anni di carriera e che punta l’attenzione sulla guerra ma con un orizzonte di riferimento molto specifico: la guerra in nome e per volontà di Dio.

Infatti negli scatti di Siccardi e Travan si attraversano diversi scenari di conflitto, dai Balcani all’Europa Centrale passando dall’Asia fino all’Africa. In tutte le fotografie si racconta di trincee, moschee e chiese, citta distrutte e popolazioni civili ridotte allo stremo, tutto in nome della guerra di Dio. Ad ognuno il suo, ma a caratterizzare gli scatti di questa collettiva vi è sempre il conflitto giustificato per motivi religiosi.

Tutto ruota intorno alla fede e ai segni che Dio lascia sulla terra.

È un punto di vista autentico e originale, ma soprattutto legge e si confronta con un tema, quello della guerra, in modo assolutamente contemporaneo.

La mostra è accompagnata da un commento di Domenico Quirico, storico inviato de La Stampa.

Il progetto è stato realizzato grazie al sostenuto da Fuji Italia e alla collaborazione del Museo Nazionale del Risorgimento.

La mostra resterà allestita fino al primo maggio e aprirà con il seguente orario: dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18 (chiuso il lunedì).

Alcuni degli scatti che troverete esposti:

 

 

Gli autori:

Roberto Travan

Giornalista professionista e fotografo indipendente si è specializzato in reportage di guerra e sociale. Ha seguito il conflitto in Afghanistan “embedded” con la missione militare ISAF a Kabul, Herat e Shindand. In Kosovo – al seguito del contingente Nato KFOR – ha documentato le tensioni etniche tra la comunità serba e quella albanese. Nella Repubblica Centrafricana – dilaniata dalla lotta tra cristiani anti Balaka e musulmani Séléka scoppiata nel 2013 – ha raccontato l’emergenza umanitaria e l’intervento della missione militare internazionale EUFOR Rca. Dal 2015 segue gli scontri tra le forze ucraine e gli indipendentisti filorussi per il controllo del Donbass: nel 2017 era ad Avdiivka nei giorni del drammatico assedio alla città, costato decine di vittime. Nel 2015 ha realizzato il primo di due servizi fotografici sul conflitto in Nagorno-Karabakh, la piccola Repubblica caucasica che nel 1992 ha dichiarato l’indipendenza dall’Azerbaigian. Ha inoltre seguito le proteste popolari in Armenia e in Tunisia. In Israele ha recentemente documentato la vita quotidiana degli ebrei ortodossi a Gerusalemme. I suoi reportage sono stati pubblicati principalmente da La Stampa– giornale in cui lavora dal 1989 – e tradotti in diverse lingue. Nel 2017 ha fondato il collettivo fotografico Walkabout-Ph

Paolo Siccardi

Giornalista e photoreporter free-lance, è autore di diversi libri e mostre fotografiche: dal 2000 collabora con il settore Esteri del settimanale Famiglia CristianaInizia il percorso professionale negli Anni 80, alla fine degli “Anni di Piombo”, documentando a Torino i primi processi per terrorismo e le lotte operaie. Tra i suoi lavori più significativi quello sul conflitto in Afghanistan, dall’occupazione sovietica nel 1986 fino alla missione ISAF nel 2009. Nel 1987 segue la rivoluzione Sandinista contro i guerriglieri Contras. È in Giordania il 17 gennaio, giorno in cui scoppia la Prima Guerra del Golfo. Per dieci anni documenta i conflitti nell’ex-Jugoslavia e i cambiamenti geo-politici nell’area balcanica. È poi la volta del Medio Oriente, la Siria e l’Alto Golan al confine con Israele. In Africa realizza alcuni servizi sui conflitti e le emergenze umanitarie in Senegal, Costa d’Avorio, Benin, Togo e Sud Sudan. Nel 2012 è in Siria durante l’assedio di Aleppo. Due anni dopo ha iniziato a documentare l’esodo delle popolazioni in fuga verso l’Europa. Dal 2015 segue il conflitto ucraino del Donbass.  I suoi reportage, prevalentemente a carattere sociale, sono stati pubblicati dalle più importanti testate giornalistiche: il Venerdì di Repubblica, Time International, Der Spiegel, Geo Japan, The Guardian, Courrier International.