
Sarà inaugurata il primo marzo al Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, la mostra fotografica di Paolo Siccardi (che abbiamo intervistato questa settimana per la rubrica Gli invisibili) e Roberto Travan.
Una raccolta di immagini che i due fotoreporter hanno raccolto in molti anni di carriera e che punta l’attenzione sulla guerra ma con un orizzonte di riferimento molto specifico: la guerra in nome e per volontà di Dio.
Infatti negli scatti di Siccardi e Travan si attraversano diversi scenari di conflitto, dai Balcani all’Europa Centrale passando dall’Asia fino all’Africa. In tutte le fotografie si racconta di trincee, moschee e chiese, citta distrutte e popolazioni civili ridotte allo stremo, tutto in nome della guerra di Dio. Ad ognuno il suo, ma a caratterizzare gli scatti di questa collettiva vi è sempre il conflitto giustificato per motivi religiosi.
Tutto ruota intorno alla fede e ai segni che Dio lascia sulla terra.
È un punto di vista autentico e originale, ma soprattutto legge e si confronta con un tema, quello della guerra, in modo assolutamente contemporaneo.
La mostra è accompagnata da un commento di Domenico Quirico, storico inviato de La Stampa.
Il progetto è stato realizzato grazie al sostenuto da Fuji Italia e alla collaborazione del Museo Nazionale del Risorgimento.
La mostra resterà allestita fino al primo maggio e aprirà con il seguente orario: dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18 (chiuso il lunedì).
Alcuni degli scatti che troverete esposti:
Gli autori:
Roberto Travan
Giornalista professionista e fotografo indipendente si è specializzato in reportage di guerra e sociale. Ha seguito il conflitto in Afghanistan “embedded” con la missione militare ISAF a Kabul, Herat e Shindand. In Kosovo – al seguito del contingente Nato KFOR – ha documentato le tensioni etniche tra la comunità serba e quella albanese. Nella Repubblica Centrafricana – dilaniata dalla lotta tra cristiani anti Balaka e musulmani Séléka scoppiata nel 2013 – ha raccontato l’emergenza umanitaria e l’intervento della missione militare internazionale EUFOR Rca. Dal 2015 segue gli scontri tra le forze ucraine e gli indipendentisti filorussi per il controllo del Donbass: nel 2017 era ad Avdiivka nei giorni del drammatico assedio alla città, costato decine di vittime. Nel 2015 ha realizzato il primo di due servizi fotografici sul conflitto in Nagorno-Karabakh, la piccola Repubblica caucasica che nel 1992 ha dichiarato l’indipendenza dall’Azerbaigian. Ha inoltre seguito le proteste popolari in Armenia e in Tunisia. In Israele ha recentemente documentato la vita quotidiana degli ebrei ortodossi a Gerusalemme. I suoi reportage sono stati pubblicati principalmente da La Stampa– giornale in cui lavora dal 1989 – e tradotti in diverse lingue. Nel 2017 ha fondato il collettivo fotografico Walkabout-Ph
Paolo Siccardi
Giornalista e photoreporter free-lance, è autore di diversi libri e mostre fotografiche: dal 2000 collabora con il settore Esteri del settimanale Famiglia Cristiana. Inizia il percorso professionale negli Anni 80, alla fine degli “Anni di Piombo”, documentando a Torino i primi processi per terrorismo e le lotte operaie. Tra i suoi lavori più significativi quello sul conflitto in Afghanistan, dall’occupazione sovietica nel 1986 fino alla missione ISAF nel 2009. Nel 1987 segue la rivoluzione Sandinista contro i guerriglieri Contras. È in Giordania il 17 gennaio, giorno in cui scoppia la Prima Guerra del Golfo. Per dieci anni documenta i conflitti nell’ex-Jugoslavia e i cambiamenti geo-politici nell’area balcanica. È poi la volta del Medio Oriente, la Siria e l’Alto Golan al confine con Israele. In Africa realizza alcuni servizi sui conflitti e le emergenze umanitarie in Senegal, Costa d’Avorio, Benin, Togo e Sud Sudan. Nel 2012 è in Siria durante l’assedio di Aleppo. Due anni dopo ha iniziato a documentare l’esodo delle popolazioni in fuga verso l’Europa. Dal 2015 segue il conflitto ucraino del Donbass. I suoi reportage, prevalentemente a carattere sociale, sono stati pubblicati dalle più importanti testate giornalistiche: il Venerdì di Repubblica, Time International, Der Spiegel, Geo Japan, The Guardian, Courrier International.