“Anticorpi Bolognesi”, oltre 200 copie prenotate col crowdfunding

160 donatori per un totale di oltre 5300 euro raccolti sui 6000 previsti, con le prevendite del libro che hanno già raggiunto ottimi numeri. C'è ancora tempo prima della chiusura del crowdfunding

"Anticorpi Bolognesi", oltre 200 copie prenotate col crowdfunding

Di redazione Wj / foto di Giulio di Meo

Si sta rivelando un successo la campagna di crowdfunding lanciata da Witness Journal per la realizzazione del libro Anticorpi Bolognesi, un lungo reportage che racconta come la città di Bologna ha vissuto questi lunghi mesi di emergenza Coronavirus. In soli venti giorni di campagna sono già state prenotate oltre 200 copie del libro che racconterà questo difficile periodo attraverso 12 storie, 150 pagine con oltre 100 fotografie, illustrazioni, grafiche e testi di approfondimento. Numeri confortanti e inaspettati, andati ben al di là delle più rosee aspettative, segno che anche nel fotoreportage è possibile sperimentare nuove strade di finanziamento.

I primi risultati

Alla data di scrittura di questo articolo ci sono 160 donatori per un totale di oltre 5300 euro raccolti sui 6000 previsti. Un successo che lascia ampi margini di manovra e che ha sottolineato come tanti abbiano aderito all’iniziativa di sostegno di progetti indipendenti. La fotografia da questo punto di vista è un mezzo per porre in essere questioni sociali di peso nazionale e internazionale. E il reportage realizzato grazie agli scatti di Giulio Di Meo, i testi di Sara Forni, gli approfondimenti di Amedeo Novelli, Matilde Castagna e Alessio Chiodi, le grafiche di Vittorio Giannitelli e le illustrazioni di Luca Ercolini/Elle, si pone proprio all’interno di questo tracciato.

Anticorpi bolognesi: la campagna crowdfunding 2

Perché sostenere questo crowdfunding?

  • Ricordare l’importanza del fotogiornalismo indipendente nella realizzazione di progetti di approfondimento su temi sociali, offrendo spazi alle voci meno ascoltate, senza ricevere finanziamenti pubblici e senza sponsor privati. Per Witness Journal l’indipendenza è fondamentale per raccontare la realtà senza accettare compromessi, ma la libertà editoriale ha un costo spesso difficile da sostenere. L’unico modo per continuare, è esplorare nuove strade editoriali, come una campagna di crowdfunding. Solo attraverso una partecipazione collettiva associazioni come Witness Journal possono continuare ad esistere.
  • Sperimentare un giornalismo che usa linguaggi diversi, dalla fotografia al testo, dall’illustrazione alla grafica. Unire attori diversi introno ad uno stesso progetto per confrontarsi e condividere esperienze, scegliendo la strada del crowdfunding anche per provare a remunerare le professionalità messe in campo, in un tempo in cui le libere professioni legate all’informazione e alla cultura sono messe sempre più in difficoltà. L’emergenza è stata un fiorire di conferenze, incontri e corsi in streaming molto spesso gratuiti: se all’inizio era motivo di solidarietà e sostegno, a lungo andare il rischio è che possa passare il messaggio sbagliato che arte e cultura siano soltanto beni accessori, per questo gratuiti.
  • Per la redazione di Witness Journal, che prima di un magazine è un’associazione che opera sul territorio locale, è fondamentale continuare a dimostrare che la fotografia e il racconto sociale non sono solo manifestazioni di indagine giornalistica fini a sé stesse, bensì fondamentali per dare voce alle azioni concrete portate avanti dalle realtà del Terzo settore. Per Wj dunque, l’informazione acquista valore maggiore quando riesce a contribuire, anche economicamente, alle stesse realtà che racconta. Per questo motivo abbiamo deciso di sostenere “Staffette alimentari Partigiane” e Don’t Panic.