Di AA.VV. / foto di Matteo Bergami e Ilaria Depari
Negli ultimi anni il 25 novembre è diventato più che una mera data simbolica. Il movimento transnazionale e transfemminista di Non Una Di Meno ha fatto della giornata contro la violenza sulle donne e di genere un momento di mobilitazione collettiva che nonostante le difficoltà dovute alla pandemia in corso anche quest’anno avrà luogo in tante città d’Italia (https://www.facebook.com/events/416495252858149) con eventi sia online che dal vivo.
La violenza continua
La violenza di genere infatti non si è arrestata neanche durante questo periodo, anzi i casi di femminicidio, stupro, transfobia e violenza domestica sono aumentati vertiginosamente. Il corpo delle donne e di tutte le soggettività LGBTQIPA+ è ancora oggi considerato come un oggetto sacrificabile, non solo alla violenza patriarcale ma anche alle dinamiche di profitto.
La manifestazione contro Confindustria
Il peso del lavoro di cura, la mancanza di tutele, il rischio di licenziamento sono solo alcune delle forme in cui si dà oggi il ricatto fra salute e lavoro e sono le donne quelle che più di tutti stanno pagando il prezzo della crisi economica e sociale in corso. La divisione sessuale del lavoro ci attribuisce molto spesso un ruolo “essenziale”, ma non riconosce salari adeguati e diritti pieni. Per questo stamattina Non Una di Meno Bologna ha deciso di segnalare la sede di Confindustria con una scritta che a chiare lettere invoca lo sciopero. Da una parte infatti l’associazione degli industriali italiani è fra quelle istituzioni che più hanno spinto in questo periodo per lasciare inalterate le dinamiche produttive senza alcun riguardo per la salute delle lavoratorici e dei lavoratori.
Le manifestazioni ai cancelli di Yoox
Dall’altra lo sciopero è lo strumento che da sempre Non Una di Meno ha messo in campo per mettere a nudo il ruolo essenziale del lavoro delle donne e del lavoro di cura. “Se ci fermiamo noi si ferma il mondo” è lo slogan che è stato scelto per la giornata. Per questo stamattina ci sono stati presidi anche davanti ai cancelli della Yoox all’interporto in solidarietà con le tante donne migranti in sciopero contro i turni di lavoro massacranti a cui le sta sottoponendo l’azienda. Dal pomeriggio invece saremo in piazza dell’Unità per dare vita a un presidio che dia voce a tutte quelle soggettività femministe e transfemministe che ogni giorno lottano contro un sistema patriarcale che ci vorrebbe sottomesse.