1° cosa, la casa

A Parma due giorni di esposizioni, eventi e incontri per entrare in CASA di chi non ha casa e accorgersi che, quella abitativa, è un’emergenza di tutti.

1° cosa, la casa

Entrare nell’ex-orfanotrofio Biondi è un viaggio per uscire dallo stereotipo delle occupazioni. Dal 17 dicembre 2016, ai civici 12 e 14 di Borgo San Domenico a Parma, ha preso vita una esperienza di abitare collettivo negli spazi dell’ex-orfanotrofio Biondi.

La struttura educativa delle Suore Orsoline, chiusa da alcuni anni, è oggi abitata da circa 70 persone tra adulti e minori, singoli o nuclei famigliari, tutti senza possibilità di avere accesso ad una casa né dal mercato privato né dal comune.

Come nelle altre occupazioni di Parma, il metodo di gestione della casa è assembleare: si discutono le questioni insieme e insieme si prendono le decisioni, adeguando le proprie esigenze a quelle degli altri.

I nuovi abitanti hanno provveduto in questi anni a mantenere l’immobile in buone condizioni, con interventi di manutenzione e ristrutturazione auto-finanziati.

Il Biondi è da sempre stata una struttura ad uso sociale e la vendita dell’immobile comporterebbe la perdita di una importante struttura ad uso socio/assistenziale necessaria per la città.

Foto di Giulia Pantò

Da tempo alcune autorità fanno pressione per mettere fine a questa esperienza, senza offrire un’alternativa agli attuali inquilini. 

Queste pressioni non sono il frutto di sollecitazioni da parte del quartiere e del vicinato, che si è sempre rapportato con gli occupanti in modo solidale, portando aiuto nel momento dell’insediamento e parlando con gli abitanti per conoscerne le storie negli anni a seguire; e neanche da parte dei proprietari, disposti ad un dialogo e alla ricerca di soluzioni comuni.

Mentre chi ha trovato una ‘casa’ nel Biondi cerca di difenderla, nella Parma post-pandemica sono sempre di più le persone che chiedono aiuto, non trovando alternative alla strada.

Dal 30 giugno sono ripresi gli sfratti, a seguito di una pandemia che ha visto dilagare anche la povertà (35.000 persone, Report Caritas 2021) e dal 31 dicembre saranno sbloccati anche quelli maturati in pandemia. 

La mancanza di una casa è la causa maggiore di emarginazione sociale. 

In queste giornate di dialogo, non vogliamo paralizzarci nel dibattito, giuridico e sterile, riguardo la legalità delle occupazioni, ma entrare in casa di chi non ha casa, associargli un volto e un nome e comprendere i fattori reali che impediscono il passaggio da ‘occupazione’ ad ‘abitare’. Solo conoscendo in prima persona queste persone potremo rendere nostra l’urgenza di dire: prima cosa, la CASA.

In questi due giorni, gli abitanti del Biondi vogliono raccontarsi oltre i confini del vicinato, aprendo le loro porte con l’aiuto delle voci dei vicini di casa, per uscire da un pregiudizio che contagia.

PROGRAMMA

SABATO 27 E DOMENICA 28 NOVEMBRE:

DALLE ORE 10.00 ALLE 19.00 ESPOSIZIONE MOSTRE FOTOGRAFICHE E VIDEO + NADART: UN NATALE A REGOLA D’ARTE, gestito da IBO ITALIA

SABATO 27

ORE 16.00 DISCUSSIONE PUBBLICA: PRIMA COSA LA CASA

ORE 17.00 APERITIVO CON CUCINE DAL MONDO IN PIAZZALE CORRIDONI

A SEGUIRE MUSICA E CHIACCHIERE

DOMENICA 28

ORE 16.00 EX-BIONDI: GLI ABITANTI SI RACCONTANO + PROPOSTE PER IL FUTURO DELL’EDIFICIO

ORE 17 VISITA ALL’EX-BIONDI + MERENDA OFFERTA DAGLI ABITANTI

Organizzato da ABITANTI DI BORGO SAN DOMENICO 12/14 E SOLIDALI, RETE DIRITTI IN CASA PARMA, ARTLAB, WJ PARMA, Witness Journal.